Il premier Mario Draghi ha definito l’energia un “problema sistemico” per l’Italia, esortando l’Ue a prendere decisioni forti.
L’energia è un problema serio per gli italiani e per l’Europa, specialmente considerando il fatto che la Russia ha deciso di interrompere i rapporti commerciali con i cosiddetti ‘Paesi ostili’, tra i quali figura anche l’Italia. Da ciò, trovare un’alternativa al gas russo non è banale: la task force italiana capeggiata da Luigi Di Maio ha viaggiato in Africa per cercare nuovi sbocchi che possano sostituire il gas russo. Eppure, per Draghi, l’energia è un “problema sistemico”.
Le dichiarazioni del premier italiano
“I Governi hanno reagito con forza per tutelare imprese e famiglie, soprattutto quelle più deboli. L’Italia, da sola, ha speso circa 30 miliardi di euro quest’anno”. Questo è quanto dichiarato dal premier italiano Mario Draghi nel suo intervento al Parlamento europeo. “La gestione emergenziale di questi rincari ha molti limiti, primo fra tutti la sostenibilità per il bilancio pubblico. Il problema è sistemico e va risolto con soluzioni strutturali, che spezzino il legame tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità. Il problema del costo dell’energia sarà al centro del prossimo Consiglio Europeo. C’è bisogno di decisioni forti e immediate, a vantaggio di tutti i cittadini europei“, ha aggiunto il premier.
“Sin dall’inizio della crisi – ha detto Mario Draghi – l’Italia ha chiesto di mettere un tetto europeo ai prezzi del gas importato dalla Russia. La Russia vende all’Unione Europea quasi due terzi delle sue esportazioni di gas naturale – in larga parte tramite gasdotti che non possono essere riorientati verso altri acquirenti. La nostra proposta consentirebbe di utilizzare il nostro potere negoziale per ridurre i costi esorbitanti che oggi gravano sulle nostre economie”. Il premier italiano ha inoltre aggiunto quanto segue. “Allo stesso tempo – ha concluso Draghi – questa misura consentirebbe di diminuire le somme che ogni giorno inviamo al Presidente Putin, e che inevitabilmente finanziano la sua campagna militare”.